L’enormità del nostro bagaglio culturale e la sua storia millenaria possono costituire un ostacolo al rinnovamento della scena artistica nazionale? Potrà sembrare una provocazione, ma la risposta di chi scrive è un sonoro sì.
La crisi dell’arte in Italia
Basta guardarsi attorno per averne conferma.
Le gallerie d’arte private? Vanno sul sicuro investendo su nomi “classici” che possono garantire loro incassi certi: questo taglia fuori gran parte degli emergenti. I musei? Tranne qualche caso in cui i direttori sono giovani e illuminati, si cerca di attirare il turismo di massa senza pensare a chi in Italia vive tutto l’anno. Le case editrici specializzate? Quelle che ancora resistono non investono più.
Spazi alternativi e altri mezzi espressivi
Un giovane artista in Italia si trova davanti alla difficoltà di non avere spazi dove esporre né mercanti d’arte interessati a scommettere sul suo talento.
Per reazione a questo stato di cose aumentano allora modi alternativi di vendersi, esprimersi, esibirsi: dal crowdfunding alla stampa di t-shirt e addirittura borse di stoffa per la spesa, i nuovi esponenti della scena italiana cercano di farsi notare in maniere lontane da quelle previste dall’establishment.